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X Seminario “I dati del e per il sistema educativo: strumenti per la ricerca e la didattica”

19 Novembre 21 Novembre

Thomas George Webster, La scuola di una donna, 1845

TEMA


Promuovere l’utilizzo dei dati sul sistema educativo compresi quelli prodotti da INVALSI nella ricerca scientifica e nella didattica

Dal 19 al 21 novermbre 2025 si terrà a Roma il Seminario “I dati del e per il sistema educativo: strumenti per la ricerca e la didattica”. Questo appuntamento, giunto alla decima edizione, rappresenta un’importante occasione di studio e di confronto per ricercatori, esperti, decisori, docenti, dirigenti scolastici e tutti coloro che utilizzano o potrebbero utilizzare dati, materiali e risultati delle Rilevazioni nazionali e internazionali e, più in generale, tutti i dati che interessano la valutazione nell’ambito dell’istruzione e della formazione.

Le banche dati dell’INVALSI si potenziano grazie alla condivisione con altri Enti e Istituzioni e congiuntamente possono fornire importanti spunti di riflessione a tutti i soggetti coinvolti e all’intera comunità di riferimento. Tutti i soggetti interessati sono invitati a presentare lavori che utilizzano dati raccolti da INVALSI attraverso le Rilevazioni nazionali e internazionali e/o dati di altri Enti che, al pari dei dati INVALSI o insieme a essi, siano uno strumento utile per indagare le varie sfaccettature del sistema scolastico.

Le sessioni saranno divise tra ricerca e didattica. Le prime si svolgeranno in lingua inglese, le seconde in italiano.

Il primo giorno sarà interamente dedicato alle sessioni di ricerca mentre il secondo e il terzo giorno le sessioni di ricerca saranno alternate a quelle di didattica.

KEYNOTE SPEAKER


Stimati keynote speakers introdurranno i temi principali della conferenza.

RICERCA

Francesco Billari

Francesco Billari è Professore Ordinario di Demografia e Rettore dell’Università Bocconi di Milano. È stato professore all’Università di Oxford e al Nuffield College e direttore della ricerca all’Istituto sulla Ricerca Demografica “Max Planck”.

I suoi principali interessi di ricerca sono il cambiamento della popolazione e le sue implicazioni, la fertilità e la famiglia, il passaggio all’età adulta, l’analisi sul ciclo della vita, le previsioni demografiche, la digitalizzazione e la demografia e le indagini comparative. I suoi lavori sono stati pubblicati nelle principali riviste scientifiche di demografia, economia, epidemiologia e salute pubblica, geografia, sociologia e statistica. Ha lavorato a numerosi progetti internazionali ed è stato PI di un bando ERC – Advanced Grant.

È stato presidente e segretario generale/tesoriere dell’Associazione europea per gli studi sulla popolazione e ha ricevuto il Clogg Award dalla Population Association of America nel 2012. È inoltre un Membro della British Academy e Affiliato del Population Studies Center dell’Università della Pennsylvania.

Thierry Rocher

Thierry Rocher è Direttore della Valutazione presso il Dipartimento di Valutazione, Previsione e Rendimento (DEPP), l’Ufficio Statistico del Ministero dell’Istruzione francese. Ha una formazione come statistico e un dottorato in psicologia, con specializzazione in misurazione educativa e psicometria. Ha contribuito allo sviluppo di numerosi programmi di valutazione standardizzati delle competenze degli studenti in Francia.

Thierry Rocher ha inoltre ricoperto varie cariche nel campo dei confronti internazionali: dal 2018 al 2024 è stato presidente della IEA (Associazione internazionale per la valutazione dei risultati scolastici), che sovrintende allo svolgimento delle valutazioni internazionali su larga scala (TIMSS, PIRLS, ecc.).

Andreas Schleicher

Andreas Schleicher è Direttore per l’Istruzione e le Competenze presso l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Ha avviato e supervisionato il Programme for International Student Assessment (PISA) e altri strumenti di misurazione internazionali che hanno creato una piattaforma globale per i responsabili delle politiche, i ricercatori e i docenti di tutte le nazioni e culture per innovare e trasformare le politiche e le prassi in materia d’istruzione.

Da oltre 20 anni collabora con ministri e leader nel campo dell’istruzione di tutto il mondo per migliorarne la qualità e l’equità. L’ex Segretario all’Istruzione degli Stati Uniti Arne Duncan ha dichiarato che Schleicher “comprende le questioni e le sfide globali come e meglio di chiunque altro abbia conosciuto, e mi dice la verità” (The Atlantic, 11 luglio). L’ex Segretario di Stato britannico Michael Gove ha definito Schleicher “l’uomo più importante nel campo dell’istruzione e della formazione in Inghilterra”, anche se è tedesco e vive in Francia.

Prima di entrare all’OCSE, è stato direttore di analisi presso l’Association for Educational Achievement (IEA). Ha studiato fisica in Germania e si è laureato in matematica e statistica in Australia. È stato insignito di numerose onorificenze e riconoscimenti, tra cui il premio “Theodor Heuss”, assegnato a nome del primo Presidente della Repubblica federale di Germania per “l’impegno democratico esemplare”. È Professore Onorario presso l’Università di Heidelberg.

Carmen Tovar Sánchez

Laureata in Filologia Anglo-Tedesca (Università dell’Estremadura). Laureata in Linguistica e Letteratura (Università del Lancashire Centrale, Inghilterra). Studi post-laurea in Linguistica Applicata.

Insegnante di scuola secondaria dal 1996 al 2005. Da quell’anno lavora presso l’Istituto Nazionale di Valutazione Educativa, un’unità del Ministero dell’Istruzione e della Formazione Professionale responsabile della valutazione nazionale e internazionale del sistema educativo spagnolo, dove ha ricoperto diversi incarichi e si è specializzata in valutazione educativa. Attualmente è direttrice dell’Istituto, carica che ricopre dal dicembre 2016.
È anche direttrice della Revista de Educación, una pubblicazione scientifica trimestrale del Ministero dell’Istruzione, della Formazione Professionale e dello Sport spagnolo, indicizzata, , tra gli altri, nello Scimago Journal Rank: Education (SJR) e nel Social Sciences Citation Index.

A livello internazionale, ricopre varie cariche. Presso l’OCSE è membro del gruppo esecutivo del comitato consultivo PISA. È anche membro del comitato direttivo dell’Assemblea Generale dell’Associazione Internazionale di Valutazione (IEA) e membro del Consiglio Direttivo dello IESME (Istituto di Valutazione dell’Organizzazione degli Stati Iberoamericani).

È autrice e collaboratrice di numerosi articoli e relazioni relativi alla valutazione dell’istruzione in Spagna. Tiene anche corsi di sviluppo professionale sulla valutazione dell’istruzione per insegnanti, dirigente scolastici e ispettori.

SESSIONI RICERCA


Sessione 1 – Ricerca

I divari territoriali in ambito educativo: un’annosa questione aggredibile con nuovi dati e strumenti

Responsabili scientifici della sessione: Gianluca Argentin (Università degli Studi di Milano-Bicocca), Elisa Manzella (Università degli Studi di Milano-Bicocca)

Uno dei persistenti e pervasivi tratti caratterizzanti il sistema scolastico italiano (come il più ampio sistema sociale) è la presenza di marcati divari territoriali nei percorsi scolastici e negli apprendimenti degli studenti.
Da molti anni gli studiosi si interrogano non solo sull’intensità delle differenze e diseguaglianze territoriali, ma anche sui loro determinanti e sulla misura in cui diverse politiche possono contribuire a ridurle: spesso, il dibattito si è polarizzato sulla contrapposizione tra peso dei vincoli dati dai contesti e agency degli attori a livello locale.

La disponibilità, per più anni e in forma longitudinale, dati a grana fine sulle competenze degli studenti nei diversi contesti territoriali offre inedite possibilità di comprensione e approfondimento del fattore alla base dei divari territoriali, del ruolo dei diversi attori e contesti e degli strumenti di policy che possono essere messi in campo a riguardo. Un’ulteriore importante possibilità di analisi e comprensione di fenomeni territoriali è poi data dal progressivo diffondersi di altre fonti informative georeferenziate, spesso anche di natura open. Al contempo, l’unione di informazioni a grana fine a livello contestuale con i dati di apprendimento degli studenti pone inedite sfide per la tutela della privacy degli studenti stessi e delle scuole e classi a cui appartengono. Obiettivo della sessione è trarre vantaggio da queste molteplici fonti informative e mettere a confronto studiosi che stanno gettando nuova luce su uno storico problema del paese. Sono benvenuti contributi empirici che presentano: i. analisi dei divari territoriali e dei loro fattori esplicativi; ii. indagini storiche sugli stessi divari; iii. valutazioni di interventi o politiche che hanno mostrato di riuscire a contrastare gli effetti negativi dei contesti territoriali sugli apprendimenti degli studenti o sugli altri attori del sistema scolastico. Sono anche particolarmente apprezzati contributi metodologici che presentano riflessioni su potenzialità e limiti derivanti dall’unione di più fonti dati e soluzioni che tutelino, al contempo, esigenze di ricerca e privacy dei diversi attori.

Parole chiave: Divari territoriali, Contesti di apprendimento, Integrazione di fonti dati
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Sessione 2 – Ricerca

Esplorando la povertà educativa: approcci concettuali e metodologici attraverso l’integrazione di fonti statistiche ufficiali

Responsabile scientifica della sessione: Barbara Baldazzi (ISTAT)

La povertà educativa rappresenta una sfida complessa e multidimensionale che incide profondamente sul futuro degli individui e della società nel suo complesso. Questa sessione si propone di esplorare criticamente le diverse declinazioni concettuali della povertà educativa e di analizzare le metodologie più efficaci per la sua misurazione, con un focus specifico sull’impiego integrato di molteplici fonti di dati di statistica ufficiale. Attraverso la presentazione e la discussione di ricerche empiriche e approcci teorici innovativi, la sessione intende:

  • definire e distinguere le diverse dimensioni della povertà educativa, andando oltre la mera mancanza di competenze di base;
  • illustrare l’utilità e le sfide derivanti dall’integrazione di diverse fonti di dati di statistica ufficiale (ad esempio, ISTAT, INVALSI, dati amministrativi) per una comprensione più completa del fenomeno;
  • esaminare criticamente le attuali metodologie di misurazione, evidenziandone limiti e potenzialità;
  • discutere implicazioni per la ricerca futura e per la formulazione di politiche educative mirate a contrastare efficacemente la povertà educativa.

La sessione si rivolge a ricercatori e professionisti del sistema di istruzione e formazione e a chiunque sia interessato ad approfondire le complessità della povertà educativa e le potenzialità offerte dall’analisi integrata di dati statistici ufficiali per affrontarla.

Parole chiave: Povertà educativa, Fonti di dati, Metodologia

Sessione 3 – Ricerca

Valutazioni internazionali su larga scala (ILSA): metodi e risultati

Responsabili scientifici della sessione: Maria Magdalena Isac (KU Leuven), Andres Sandoval Hernandez (University of Bath)

INVALSI raccoglie i dati italiani per valutazioni internazionali su larga scala (ILSA) tra cui l’International Civic and Citizenship Education Study (ICCS), il Trends in International Mathematics and Science Study (TIMSS), il Progress in International Reading Literacy Study (PIRLS), e il Programme for International Student Assessment (PISA). Queste valutazioni sono strumenti cruciali per informare la ricerca educativa e modellare il panorama delle politiche internazionali. Come studi rappresentativi delle popolazioni studentesche a livello di sistemi educativi, le ILSAs generano informazioni che consentono confronti tra risultati di apprendimento cognitivi e non cognitivi, così come le pratiche educative, in vari sistemi educativi. In questa sessione, accogliamo contributi di ricerca empirica e concettuale che offrano analisi rigorose, critiche e sviluppi afferenti ai metodi e risultati delle ILSA, così come riflessioni sulle loro implicazioni per le politiche educative. Di particolare interesse saranno i contributi che offrano un focus sui risultati di apprendimento non cognitivi e dimensioni di apprendimento meno esplorate, come le competenze di cittadinanza e le competenze in educazione per lo sviluppo sostenibile. Incoraggiamo fortemente anche le riflessioni sui dati e sui risultati italiani in confronto ad altri sistemi educativi.

Parole chiave: Valutazioni internazionali su larga scala, Metodi, Ricerca comparativa

Sessione 4 – Ricerca

Learning e Academic Analytics per la qualità dell’istruzione: strumenti per l’azione educativa e la governance scolastica

Responsabile scientifica della sessione: Donatella Poliandri (INVALSI)

L’uso dei learning analytics (LA) e degli academic analytics (AA) nei contesti educativi si configura oggi come una delle frontiere più promettenti – e al tempo stesso più complesse – dell’innovazione didattica e organizzativa. Le analisi dei dati generati nelle interazioni didattiche in ambienti digitali (LA) e quelle dei dati presenti nei sistemi informativi scolastici (AA) possono offrire strumenti significativi per supportare l’insegnamento, personalizzare gli apprendimenti, rafforzare la valutazione e guidare decisioni strategiche a livello scolastico e istituzionale.

Tuttavia, ricerche nazionali e internazionali mettono in evidenza ostacoli non secondari: bassi livelli di alfabetizzazione analitica, scarsa interoperabilità tra piattaforme, pratiche ancora discontinue o ridotte a logiche di rendicontazione formale. Allo stesso tempo, è in crescita l’interesse per approcci che leggono i dati non come strumenti tecnici di controllo, ma come leve per generare agency educativa, consapevolezza organizzativa e sviluppo professionale.
Il panel propone un confronto critico e transnazionale su come learning e academic analytics possano essere integrati nei processi scolastici per promuovere una cultura della valutazione più formativa, riflessiva ed equa. A partire dalla letteratura e da esperienze di ricerca europee, si intendono discutere pratiche, modelli e condizioni di sostenibilità che favoriscano un uso consapevole e trasformativo dei dati nei contesti scolastici.

Saranno valorizzati contributi che approfondiscono:
•     la personalizzazione degli apprendimenti e l’identificazione precoce dei bisogni formativi;
•     il supporto alle decisioni didattiche e organizzative (data-informed teaching e data-informed decision-making);
•     la promozione della collaborazione tra docenti, studenti e famiglie nei processi valutativi;
•     il rafforzamento delle pratiche di autovalutazione scolastica;
•     l’analisi critica degli effetti sistemici degli academic analytics su equità educativa e allocazione delle risorse;
•     l’integrazione di dati provenienti da fonti eterogenee (registri elettronici, LMS, sistemi di valutazione standardizzata, etc.);
•     l’adozione di approcci partecipativi e contestualmente situati all’uso dei learning e academic analytics;
•     le implicazioni etiche, professionali e organizzative dell’uso dei dati nei contesti scolastici.

Il panel accoglie con particolare interesse paper basati su risultati di ricerca empirica, studi di caso comparativi, riflessioni teoriche, anche in chiave interdisciplinare. L’obiettivo è promuovere una discussione informata e orientata all’impatto, capace di generare conoscenza trasferibile verso i contesti scolastici e le politiche pubbliche. In questa prospettiva, i learning e academic analytics sono letti come strumenti per una scuola che, a tutti i livelli – micro (pratiche di classe), meso (organizzazione scolastica) e macro (sistema educativo) – riflette su di sé, riconosce i propri punti di forza e di miglioramento, e costruisce collettivamente strategie di sviluppo consapevole.

Parole chiave: Learning analytics, Academic analytics, Valutazione scolastica, Miglioramento educativo
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Sessione 5 – Ricerca

Valutare le competenze digitali e valutare gli apprendimenti con il digitale: nuove sfide per la scuola

Sessione co-organizzata con Università degli Studi di Bergamo

Responsabili scientifici della sessione: Paolo Barabanti (INVALSI), Marco Giganti (Università degli Studi di Bergamo)

Negli ultimi anni, l’integrazione del digitale nella scuola ha assunto un ruolo sempre più centrale, non solo come supporto alla didattica, ma come elemento strutturale che ridefinisce i confini stessi del fare scuola. Il digitale oggi non si limita alla padronanza tecnica ma implica una profonda trasformazione dei modi di insegnare e di apprendere.

La relazione tra alfabetizzazione tradizionale e digitale forma un continuum sempre più integrato, in cui la capacità di interpretare, produrre e valutare contenuti digitali è parte essenziale della cittadinanza attiva. In questo contesto, la competenza digitale assume un valore strategico, ponendo il sistema scolastico di fronte a una duplice sfida: promuovere un uso critico e consapevole delle tecnologie da parte degli studenti e sostenere i docenti nello sviluppo di pratiche didattiche e valutative innovative.
Diventa quindi urgente rafforzare le competenze digitali, rivedendo i curricula scolastici e investendo nella formazione continua degli insegnanti. Il divario tra studenti, spesso più familiari con le tecnologie, e docenti evidenzia il bisogno di un accompagnamento strutturato per affrontare il cambiamento in atto. In questa prospettiva, è fondamentale dotarsi di strumenti validi per valutare in modo sistemico e standardizzato le competenze digitali di studenti e docenti. Un simile approccio consentirebbe di individuare bisogni formativi, orientare le politiche educative e sostenere pratiche coerenti con le sfide dell’innovazione.
Infine, l’uso dell’intelligenza artificiale nella valutazione degli apprendimenti apre nuove possibilità: strumenti digitali capaci di correggere automaticamente, fornire feedback immediati e personalizzare l’apprendimento rafforzano l’autovalutazione e il monitoraggio dei processi educativi.
La sessione vuole accogliere contributi teorici ed empirici sul tema delle competenze digitali e dell’intelligenza artificiale nella scuola, da una prospettiva evidence-based e multidisciplinare. Sono particolarmente benvenute proposte che:
•     riflettano sulla definizione e valutazione delle competenze digitali, anche in riferimento ai quadri europei e ai cambiamenti nei paradigmi educativi;
•     presentino risultati di ricerche basate su indagini nazionali e internazionali relative ai livelli e profili di competenza digitale e alle loro relazioni con variabili individuali e di contesto;
•     analizzino il divario digitale tra studenti e docenti e le sue implicazioni didattiche e sociali;
•     esplorino le competenze richieste oggi alla professione docente per integrare digitale e IA nella didattica e nella valutazione.

Parole chiave: Competenze digitali, Valutazione degli apprendimenti, Intelligenza artificiale
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Sessione 6 – Ricerca

Valutare l’Impatto delle Politiche Educative: Approcci Controfattuali e Evidenze per il Potenziamento delle Competenze di Base

Responsabili scientifici della sessione: Daniele Vidoni (Commissione Europea, Direzione Generale Educazione, Gioventù, Cultura e Sport), Marco Montanari, (Commissione Europea, Direzione Generale Educazione, Gioventù, Cultura e Sport)

Comprendere l’impatto delle politiche educative richiede metodi di valutazione rigorosi, in grado di isolare effetti causali. Questa sessione invita a presentare contributi che utilizzano approcci controfattuali—sperimentali (ad es. randomized controlled trials) o quasi-sperimentali (ad es. regression discontinuity, difference-in-differences, propensity score matching)—per valutare l’efficacia di specifiche iniziative di politica educativa.

Sono particolarmente benvenuti studi empirici che utilizzano dati INVALSI o fonti amministrative in Italia, così come infrastrutture dati simili in altri paesi.

Esempi di temi rilevanti includono:
•     l’impatto di interventi mirati per migliorare lettura, matematica o competenze digitali, in particolare tra gli studenti con basse performance;
•     valutazioni di programmi di formazione professionale degli insegnanti finalizzati al miglioramento delle pratiche didattiche nelle competenze di base;
•     effetti di politiche di apprendimento digitale volte a sostenere le competenze fondamentali e ridurre i divari digitali;
•     l’efficacia di strategie inclusive o misure di recupero rivolte a studenti a rischio di abbandono scolastico;
•     politiche che affrontano disuguaglianze territoriali e socio-economiche nei risultati scolastici in lettura, matematica e competenze digitali.

L’obiettivo della sessione è mostrare come i metodi controfattuali possano supportare il policy-making basato su evidenze, fornendo stime credibili di ciò che sarebbe accaduto in assenza dell’intervento. Sono benvenuti studi completati, progetti in corso con risultati preliminari o innovazioni metodologiche che migliorano l’inferenza causale nella ricerca educativa. Possono partecipare ricercatori accademici e attori istituzionali coinvolti nella progettazione o valutazione delle politiche. Saranno particolarmente valorizzati i progetti che combinano microdati amministrativi con i risultati delle valutazioni degli studenti, utilizzando dati INVALSI o fonti simili. Sono benvenuti anche contributi comparativi internazionali che illustrino come gli approcci metodologici si adattino a diversi contesti politici e informativi.

Parole chiave: Metodi controfattuali, Competenze di base, Banche dati integrate sull’istruzione
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Sessione 7 – Ricerca

Disuguaglianze negli apprendimenti scolastici e il ruolo di insegnanti e dirigenti scolastici

Responsabili scientifici della sessione: Giorgia Casalone (Università del Piemonte Orientale), Alessandra Michelangeli (Università di Milano Bicocca), Jurgena Myftiuc (Università di Bergamo)

Questa sessione esplora le disuguaglianze persistenti e multidimensionali nei livelli di apprendimento, basandosi su evidenze tratte dai dati INVALSI, oltre che da dati comparabili di altri Paesi. I contributi si concentreranno su due dimensioni interconnesse: la misurazione e l’evoluzione delle disparità educative, e il ruolo che insegnanti e dirigenti scolastici svolgono nel ridurre — o talvolta, involontariamente, rafforzare — tali divari.

Un primo tema riguarda l’analisi delle dimensioni delle disuguaglianze nei risultati scolastici degli studenti, in particolare in relazione al territorio (ad esempio, il divario Nord-Sud, le differenze tra aree urbane e rurali) e al background familiare degli studenti — in particolare la condizione socioeconomica, il livello di istruzione dei genitori e l’origine migratoria. I contributi mostreranno come queste disparità si evolvano nel tempo e nei diversi cicli scolastici, individuando i momenti critici in cui le disuguaglianze tendono ad ampliarsi. L’obiettivo è offrire un quadro comprensivo del fenomeno della disuguaglianza negli esiti scolastici basata sui dati e mostrare come fattori strutturali e contestuali interagiscano nel determinare gli esiti formativi.

Un secondo tema della sessione riguarda il ruolo del personale scolastico — in particolare insegnanti e dirigenti — nell’influenzare i livelli di apprendimento e l’equità educativa. La sessione intende affrontare domande cruciali quali: insegnanti efficaci e dirigenti competenti possono ridurre l’impatto del background familiare sugli apprendimenti? Le scuole possono davvero diventare motori di mobilità sociale, anche in contesti svantaggiati? Quali pratiche di leadership e strategie didattiche risultano più efficaci nel promuovere l’apprendimento per tutti, in particolare per gli studenti provenienti da contesti marginalizzati? Attraverso l’integrazione di evidenze empiriche e spunti pratici, la sessione mira a stimolare un dialogo costruttivo tra ricerca e pratica. Verranno messi in luce sia il potenziale sia i limiti della scuola e degli operatori scolastici nel contrastare le disuguaglianze educative, e si discuterà di quali supporti sistemici siano necessari per rafforzarne l’impatto.

Parole chiave: Diseguaglianza multidimensionale, Docenti, Dirigenti scolastici.
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Sessione 8 – Ricerca

La professionalità degli insegnanti: il ruolo strategico dei dati per una cultura basata su evidenze

Sessione co-organizzata con Università Milano-Bicocca

Responsabili scientifici della sessione: Gianluca Argentin (Università degli Studi Milano-Bicocca), Paolo Barabanti (INVALSI)

Negli ultimi anni, l’interesse per le pratiche educative evidence-based ha acquisito crescente rilevanza nel dibattito scientifico e nelle politiche scolastiche, orientandosi poi verso un approccio più cauto evidence-informed. Tuttavia, l’attenzione si è concentrata quasi esclusivamente sugli esiti di apprendimento degli studenti, trascurando il ruolo fondamentale degli insegnanti e la loro condizione professionale come componente fondamentale nella produzione e nell’utilizzo di evidenze. Per comprendere questa trasformazione, si dovrebbe andare oltre le rappresentazioni normative o stereotipate degli insegnanti e indagare i fattori che caratterizzano la loro identità professionale e la loro esperienza, quali la motivazione, l’autoefficacia, il benessere professionale, le competenze percepite e le pratiche didattiche.

In questo scenario, un approccio evidence-informed alla professione docente non si limita a misurare “cosa funziona” nell’insegnamento, ma mira anche a rendere visibili i fattori che incidono sulla qualità del lavoro degli insegnanti, attraverso un orientamento all’evidenza. L’uso di dati provenienti da indagini qualitative e quantitative, osservazioni sul campo, valutazioni di impatto e analisi longitudinali può infatti offrire strumenti fondamentali per comprendere il vissuto professionale degli insegnanti, il loro rapporto con l’istituzione scolastica, le risorse e le sfide che affrontano quotidianamente. La sessione intende accogliere contributi teorici ed empirici che affrontino il tema della professionalità docente da una prospettiva evidence-informed.

Sono particolarmente benvenute proposte che:
•     utilizzano dati per indagare la motivazione e l’efficacia percepita degli insegnanti;
•     esplorano le competenze richieste oggi alla professione docente, alla luce delle trasformazioni culturali, sociali e tecnologiche in atto;
•     riflettono sul ruolo dell’approccio e degli strumenti evidence-informed nella formazione iniziale e continua degli insegnanti;
•     discutono le implicazioni dell’uso dei dati sugli insegnanti nella costruzione di ambienti scolastici più equi, sostenibili e orientati alla qualità del lavoro educativo.

Parole chiave: Professionalità docente, Approccio evidence-informed, Cultura del dato
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Sessione 9 – Ricerca

L’università italiana sotto pressione: performance accademiche e disuguaglianze

Responsabili scientifici della sessione: Carmen Aina (Università del Piemonte Orientale), Fabrizio Patriarca (Università di Modena e Reggio Emilia) e Giuseppe Pignataro (Università di Bologna)

Il sistema universitario italiano si confronta con sfide sempre più complesse che incidono sulla sua capacità di garantire qualità, equità e accessibilità. Questa sessione si propone di analizzare in maniera critica la performance degli studenti universitari, specialmente in un contesto di crescente competizione — in particolare da parte delle università telematiche — e di profondi cambiamenti strutturali, come il calo demografico e il persistere di forti disuguaglianze nell’accesso all’istruzione terziaria e nella progressione accademica.

L’attenzione sarà rivolta in particolare alle diseguaglianze legate al genere, ai percorsi scolastici secondari (con particolare riferimento alla distinzione tra licei, istituti tecnici e professionali), alla mobilità geografica e sociale degli studenti e alle scelte disciplinari, che spesso riflettono vincoli culturali e strutturali. Verrà discusso in che modo queste variabili influenzino non solo l’accesso all’università, ma anche la permanenza, i tempi di completamento e i tassi di successo accademico. Un ulteriore tema cruciale che la sessione intende affrontare è quello del familismo accademico, inteso come la tendenza a riprodurre modelli di trasmissione intergenerazionale del capitale educativo e simbolico all’interno del contesto universitario. In Italia, l’appartenenza familiare a contesti sociali e culturali con un alto grado di familiarità con l’università – e in molti casi con l’università stessa come luogo professionale – rappresenta un vantaggio competitivo sostanziale. Questo fenomeno si traduce in una disparità di opportunità, che si manifesta già nelle fasi di accesso e orientamento, per poi proseguire durante tutto il percorso universitario, influenzando anche le scelte post-laurea e le possibilità di accedere a carriere accademiche o professioni altamente qualificate. Attraverso contributi empirici, la sessione mira a indagare in profondità le dinamiche e le determinanti che impattano sulla performance universitaria in Italia, mettendo in luce l’interazione tra diseguaglianze preesistenti e nuove forme di stratificazione. Si discuteranno inoltre le implicazioni per le politiche pubbliche e le strategie istituzionali finalizzate a contrastare gli effetti cumulativi di svantaggi sociali, culturali ed economici. In questo contesto, l’analisi del mondo accademico fornisce una chiave interpretativa importante per comprendere la riproduzione delle élite e le barriere all’inclusione che ancora caratterizzano il sistema universitario italiano.

Parole chiave: Sistema terziario, Disuguaglianze educative, Performance accademica
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Sessione 10 – Ricerca

Data Literacy and Data Use in a Digital Age

Responsabili scientifici della sessione: Serafina Pastore (Università di Bari), Davide Azzolini (Fondazione Bruno Kessler, Trento), Sonia Marzadro (Fondazione Bruno Kessler, Trento)

L’influenza, negli ultimi cinque anni, esercitata dai cambiamenti sociali, economici ed ecologici sui sistemi educativi è stata notevole, specie per quanto attiene la valutazione. L’attenzione veicolata rispetto alla valutazione e all’uso dei dati ha sollecitato gli insegnanti a modificare, a volte in modo radicale, pratiche didattiche tradizionali. Il crescente utilizzo di piattaforme di apprendimento digitale e sistemi informativi per gli studenti nelle scuole ha ampiamente mostrato come siano possibili l’archiviazione e l’analisi di un numero maggiore di tipi di dati educativi. D’altro canto, però, i riscontri sul campo evidenziano come gli insegnanti continuano ad avere difficoltà a utilizzare le risorse tecnologiche e i nuovi strumenti per la valutazione, il feedback e il processo decisionale basato sui dati.

La rapida diffusione dell’Intelligenza Artificiale (IA) pone, del resto, una sfida aggiuntiva. Con l’IA, gli insegnanti si trovano ad affrontare nuove situazioni, inclusa la necessità di prevenire pratiche non etiche da parte degli studenti. Sebbene riconoscano l’utilizzo competente dell’IA come obiettivo di insegnamento e apprendimento, tendono a percepire come sempre più urgente la necessità di integrare in modo sostenibile nella loro pratica professionale gli strumenti basati sull’IA (inclusi l’autovalutazione e il feedback).

Gli orientamenti più recenti nel campo del miglioramento scolastico e della formazione degli insegnanti hanno sottolineato il ruolo cruciale dei dati e ribadito l’importanza di preparare gli insegnanti a leggere, interpretare e utilizzare i dati per orientare la loro pratica scolastica (Henderson & Corry, 2021; Mandinach & Gummer, 2016). Da un lato, è stato chiaramente dimostrato come un uso efficace dei dati da parte degli insegnanti possa portare a un miglioramento della scuola, incluso il rendimento scolastico degli studenti. Dall’altro, i tentativi di raggiungere una definizione comune di data literacy degli insegnanti e di comprendere l’uso dei dati da parte degli insegnanti richiedono ulteriori ricerche e approfondimenti.

La relazione tra la pratica di valutazione (a livello scolastico e di classe) e le innovazioni sociali, culturali e tecnologiche (ad esempio, la progressiva e rapida integrazione dell’IA nei contesti educativi) necessita, in tale prospettiva, di una migliore comprensione per orientare e guidare gli insegnanti.

Nel richiamare il dibattito sull’uso integrato dei dati nei contesti scolastici, la proposta di questa sessione intende perseguire due obiettivi principali:
1.     Identificare le conoscenze e le pratiche esistenti in materia di valutazione, utilizzo dei dati e processo decisionale rispetto all’attuale contesto digitale;
2.     Informare e guidare la progettazione e l’implementazione di pratiche educative basate su evidenza.

Nello specifico, la sessione intende raccogliere contributi che che permettano un avanzamento a livello di pratica, ricerca, teoria e policy educativa in modo da informare e coinvolgere i partecipanti. In tale ottica, saranno inclusi studi empirici che trattino di: data literacy degli insegnanti e uso dei dati digitali; drivers e strategie professionali per supportare insegnanti e dirigenti scolastici nell’uso dei dati; relazioni tra i dati di valutazione (inclusi i dati di valutazione su larga scala a livello nazionale e internazionale) e la pratica didattica degli insegnanti.

Parole chiave: Data literacy, Competenza valutativa degli insegnanti, Decision-making, Uso dei dati
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Sessione 11 – Ricerca

Studenti con background migratorio, mobilità e percorsi educativi: nuove sfide per l’equità e l’inclusione

Responsabili scientifici della sessione: Patrizia Rinaldi (Institute for Migration Research, Universidad de Granada), Giovanna Filosa (INAPP), Emanuela Gamberoni (Università di Verona)

In Italia, i dati INVALSI hanno documentato negli anni i divari tra alunni con cittadinanza italiana e studenti con cittadinanza non italiana (CNI) di prima e seconda generazione, per quasi tutte le prove e in tutti i gradi di somministrazione, in intersezione con variabili di tipo socioeconomico e culturale (indicatore ESCS). Ne emerge un quadro complesso e ricco di luci ed ombre, ma di estrema importanza, visto che l’inclusione, come processo lifewide e lifelong, inizia proprio tra i banchi di scuola.

Nei sistemi di istruzione e formazione, il capitale intellettuale di origine migrante rischia di essere disperso, se non adeguatamente sostenuto, nel più ampio quadro delle politiche volte a qualificare i percorsi educativi per tutti, anche attraverso programmi di mobilità studentesca dentro e fuori l’Unione Europea. Gli ostacoli all’apprendimento che devono essere rimossi sono non solamente linguistici, ma anche sociali e culturali. Nei percorsi di inclusione educativa e formativa, la scuola e la famiglia devono essere accompagnate da reti informali di prossimità ed esperienze – spesso più strutturate – legate al terzo settore, all’associazionismo e al volontariato per far sì che l’intero territorio si trasformi in una comunità educante. In questo i sistemi di valutazione ed autovalutazione scolastica possono giocare un ruolo cruciale, se intesi non in un’ottica sanzionatoria o adempitiva, ma come indizi diagnostici che possono orientare le politiche scolastiche in una direzione realmente inclusiva.

Questa sessione mira a portare avanti una riflessione interdisciplinare e qualiquantitativa intorno a questi temi, approfondendo in particolare i seguenti aspetti:
•     analisi dei divari di apprendimento tra alunni autoctoni e migranti sulla base di test standardizzati (Invalsi, Pisa, ecc.);
•     studi di caso e prassi promettenti di inclusione educativa e formativa degli studenti stranieri di prima e seconda generazione;
•     potenzialità e limiti delle metodologie di valutazione degli interventi di contrasto alla dispersione implicita, con particolare attenzione al target migrante;
•     studi comparativi sui diversi sistemi di integrazione scolastica e formativa a livello europeo ed extraeuropeo;
•     il ruolo del terzo settore a supporto degli studenti di origine migrante;
•     i programmi di mobilità studentesca europea ed extraeuropea per l’inclusione e la qualificazione di giovani migranti, tra difficoltà ed eccellenze.

Parole chiave: Migrazioni, Mobilità, Inclusione
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Sessione 12 – Ricerca

Docenti di sostegno e modelli di co-insegnamento per l’inclusione: un’analisi sull’equità del sistema scolastico italiano attraverso studi di caso e prospettive comparative

Responsabili scientifici della sessione: Sara Mori (INDIRE), Serena Greco (INDIRE), Francesca Storai (INDIRE)

La creazione di ambienti educativi realmente inclusivi, in grado di migliorare la qualità e promuovere l’equità all’interno del sistema scolastico italiano, rappresenta oggi una delle priorità a livello nazionale (Turano, 2023).

A livello internazionale, il modello italiano di scuola inclusiva ha ricevuto ampio riconoscimento, non solo per le sue fondamenta etiche, ma anche per la capacità di offrire condizioni favorevoli allo sviluppo personale e alla valorizzazione delle caratteristiche individuali di ogni alunno (Marchisio et al., 2024).

Tuttavia, l’effettiva capacità inclusiva delle pratiche attuate, in particolare nei confronti degli studenti più vulnerabili, e la possibilità che queste conducano a percorsi educativi equi e di qualità, non possono essere date per scontate (Cottini, 2016).

Di conseguenza, si rende necessaria una riflessione approfondita sul profilo professionale e sulla formazione dei docenti inclusivi, e in particolare dei docenti di sostegno: figure che richiedono una preparazione articolata, capace di integrare in modo coerente competenze didattiche, disciplinari, trasversali e tecnologiche (La Marca & Di Martino, 2021).

Questa sessione si propone di esplorare il ruolo dei docenti di sostegno nel sistema educativo italiano, con l’obiettivo di valorizzare esperienze e risultati di ricerca maturati nel contesto nazionale, mettendoli a confronto con quelli provenienti da altri sistemi scolastici.

Adottando un approccio multidimensionale e fondato su dati, il panel intende indagare in che misura le pratiche di co-insegnamento inclusivo possano incidere sull’equità educativa. In tale prospettiva, si sollecitano contributi basati su dati nazionali (ad esempio le rilevazioni INVALSI), revisioni della letteratura, valutazioni d’istituto o dati qualitativi, utili ad analizzare l’impatto della figura del docente di sostegno sul clima scolastico, sulla collaborazione tra docenti, sul funzionamento organizzativo delle scuole e sugli apprendimenti degli studenti.

Si intende inoltre approfondire come il modello di co-insegnamento, sia a livello nazionale che internazionale, si intrecci con variabili socioeconomiche e culturali più ampie.

La sessione mira, infine, a favorire una prospettiva comparativa, accogliendo contributi che mettano in relazione l’esperienza italiana con quella di altri contesti scolastici inclusivi, in cui il supporto agli alunni può assumere forme organizzative differenti (Ainscow & Miles, 2008). Tali confronti risultano essenziali per comprendere le specificità e le criticità del modello italiano, in particolare rispetto alla formazione dei docenti, alla definizione chiara dei ruoli e alla coerenza sistemica. In linea con gli obiettivi del Seminario INVALSI, finalizzati a promuovere l’utilizzo integrato di dati e metodologie innovative, saranno valorizzati i contributi che combinano analisi di tipo micro e macro e approcci misti, capaci di mettere in luce i meccanismi – pedagogici, organizzativi e relazionali – attraverso cui i docenti di sostegno riescono (o meno) a costruire ambienti educativi inclusivi.

Parole chiave: Inclusione scolastica, Docenti di sostegno, Co-insegnamento, casi di studio, Comparazione tra sistemi educativi
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Sessione 13 – Ricerca

La formazione iniziale degli insegnanti della scuola secondaria: evidenze e prospettive

Responsabili scientifici della sessione: Anna Dipace (Università Telematica Pegaso), Andrea Tinterri (Università Telematica Pegaso), Marilena di Padova (Università di Foggia).

Il nuovo sistema di formazione e reclutamento dei docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, definito dal DPCM 4 agosto 2023, attribuisce all’istruzione superiore la responsabilità diretta della formazione iniziale. I percorsi abilitanti da 60 CFU/CFA rappresentano un cambiamento strutturale di ampia portata, che coinvolge in modo congiunto università, enti accreditati, scuole e futuri docenti.

L’attuazione di tali percorsi ha comportato e comporta sfide significative: per i corsisti, che si confrontano con calendari intensi e requisiti stringenti; per le università e gli enti formatori, chiamati in tempi ristretti a costruire modelli didattici coerenti con le Linee guida ANVUR, integrando attività in presenza e a distanza, tirocini diretti e indiretti, oltre a prove finali complesse.

Data la rilevanza strategica di questa riforma per la qualità dell’istruzione scolastica, risulta oggi indispensabile promuovere la raccolta e l’analisi critica e sistematica di evidenze relative alla progettazione, alla realizzazione e agli impatti occupazionali e formativi di questi percorsi.

Questo panel intende esplorare il contributo che i dati – sia quantitativi che qualitativi – possono offrire alla comprensione e al miglioramento della formazione iniziale dei docenti. L’obiettivo è promuovere una riflessione critica e interdisciplinare, basata su evidenze empiriche, che coinvolga studiosi, decisori politici, formatori, dirigenti scolastici e altri attori della filiera educativa.

I contributi potranno riguardare, tra gli altri, i seguenti ambiti:
•     analisi delle evidenze relative all’accesso, alla frequenza, all’abbandono e agli esiti formativi e occupazionali dei percorsi abilitanti;
•     indagine di criticità e buone pratiche nell’attuazione del nuovo modello formativo, anche attraverso analisi di casi studio;
•     riflessione metodologica sugli strumenti per la raccolta, l’analisi e la disseminazione dei dati, promuovendo approcci trasparenti e replicabili per il monitoraggio dei percorsi;
•     confronto tra il modello italiano e le best practice internazionali in tema di professionalizzazione docente, competenze digitali e qualità formativa.

Il panel si propone di contribuire alla costruzione di un quadro conoscitivo robusto sui nuovi percorsi di formazione iniziale, utile a orientare le scelte politiche, migliorare la progettazione formativa e sostenere l’innovazione didattica. Il successo del sistema di formazione iniziale dei docenti contribuirà a determinare in modo decisivo lo scenario dell’istruzione in Italia nei decenni a venire; per questa ragione, promuovere una discussione fondata su dati affidabili e su evidenze è necessario per garantire la qualità del sistema educativo nel lungo periodo e orientare con maggiore consapevolezza le politiche di reclutamento e formazione del personale docente.

Parole chiave: Scuola secondaria, Formazione docenti, Best practice
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Linee guida per la presentazione degli abstract

Gli interessati dovranno inviare un abstract in italiano (da un minimo di 1.000 a un massimo di 2000 parole) e uno in inglese (da un minimo di 800 a un massimo di 2.000 parole) unitamente a 4 parole chiave (in italiano e in inglese) e a una breve biografia di ogni autore (massimo 50/60 parole, in italiano e in inglese). Nel conteggio delle parole vanno esclusi i riferimenti bibliografici.

L’abstract deve riassumere l’intero lavoro per consentire al lettore di farsi rapidamente un’idea del contributo, per questo motivo deve essere:

  • accurato: riflettere gli scopi e il contenuto del contributo; non includere informazioni che non appaiono nel contributo;
  • non valutativo: deve riportare dati e non giudicare;
  • coerente e leggibile: il linguaggio deve essere chiaro e conciso; usare verbi piuttosto che sostantivi equivalenti e la forma attiva piuttosto che quella passiva.

Gli abstract dovranno contenere i seguenti punti:

  • Introduzione, che servirà a chiarire l’orientamento del lavoro avvalendosi dei riferimenti presenti in letteratura;
  • Oggetto, obiettivi e ipotesi di ricerca;
  • Dati utilizzati;
  • Metodo o approccio;
  • Risultati o argomentazione;
  • Riferimenti bibliografici.

Per ciascun contributo è consentito un numero massimo di 4 autori. 

La sottomissione dell’abstract sarà affidata a un solo autore del contributo, tramite la procedura online disponibile su questo sito nella sezione “AREA RISERVATA” dopo aver effettuato il login. Non verranno accettati abstract trasmessi via e-mail o in altra modalità.

Gli abstract potranno essere inviati fino al 22/06/2025. Solo a seguito della comunicazione degli abstract accettati, i co-autori potranno iscriversi al Seminario.

SESSIONI DIDATTICA


Il seminario INVALSI “I dati del e per il sistema educativo: strumenti per la ricerca e la didattica”, giunto alla decima edizione, rappresenta un’importante occasione di studio e di confronto per ricercatori, esperti, decisori, docenti, dirigenti scolastici e tutti coloro che utilizzano o potrebbero utilizzare dati, materiali e risultati delle rilevazioni nazionali e internazionali e, più in generale, tutti i dati INVALSI che interessano la valutazione nell’ambito dell’istruzione e della formazione.

I dati INVALSI sono uno strumento fondamentale per la didattica in quanto possono contribuire alla riflessione sulle metodologie e le pratiche didattiche con cui le scuole e, più in generale, il sistema scolastico svolgono la loro missione educativa. Il crescente dibattito, scientifico, politico e professionale, sui temi della valutazione nell’ambito dell’istruzione e della formazione nelle sue molteplici forme può avvalersi del contributo che la scuola fornisce alla società nella costruzione di saperi e competenze.

Sono numerosi gli aspetti della didattica che attraverso l’utilizzo dei dati INVALSI possono essere studiati, approfonditi, sviluppati e migliorati. Il seminario rappresenta un momento privilegiato e concreto per la condivisione e la diffusione di esperienze, applicazioni pratiche ed esperimenti sull’utilizzo dei dati INVALSI nella didattica per un loro utilizzo sempre più consapevole. A tal fine, i contributi potranno essere di tipo applicativo, metodologico o teorico e, rispetto al focus principale del seminario, approfondire una delle seguenti tematiche:

Tema 1 – Didattica

I dati delle prove INVALSI come strumento per il miglioramento dell’efficacia dell’azione didattica

Come indicato nel Decreto Legislativo n. 62/2017, le rilevazioni degli apprendimenti contribuiscono al processo di autovalutazione delle istituzioni scolastiche e forniscono strumenti utili al progressivo miglioramento dell’efficacia della azione didattica. I dati delle prove INVALSI, dunque, oltre ad essere importanti per la valutazione del sistema scolastico italiano, assumono una funzione utile per tutte le scuole, offrendo loro un patrimonio informativo a supporto dei processi decisionali e di miglioramento, anche a livello didattico, quindi con ricadute in termini progettuali e di pratiche a livello di scuola e di classe.

Questo aspetto è possibile grazie alla pubblicazione della documentazione attinente alle prove INVALSI e alla restituzione censuaria e continua dei risultati di tali prove a ciascuna scuola da parte di INVALSI nell’apposita sezione del sito istituzionale riservata alle scuole, che avvenendo all’inizio di ciascun anno scolastico successivo alle rilevazioni nazionali, da loro la possibilità di utilizzare i dati INVALSI anche per la progettazione educativo-didattica. Collegare i dati provenienti dalle prove INVALSI con la progettazione educativo-didattica può risultare molto utile per monitorare il successo scolastico rispetto alle attività e ai servizi proposti dalle scuole. Anche lo svolgimento delle prove INVALSI è un aspetto cruciale, in quanto prevede un impegno da parte delle scuole, dei docenti e, soprattutto, degli studenti che vi partecipano. Inoltre, le scuole promuovono e realizzano prove strutturate per classi parallele rivolte agli studenti finalizzate a valutazioni intermedie e all’acquisizione di familiarità con questo tipo di strumenti di valutazione anche digitalizzata, promuovendo le relative competenze, in questo senso il teaching to the test può essere visto non tanto come un rischio, quanto come un’opportunità di apprendimento di un certo modo di fare valutazione.

A partire da queste considerazioni, la call invita a presentare contributi che approfondiscano in che modo le scuole utilizzano i quadri di riferimento e i dati delle prove INVALSI per progettare le attività educativo-didattiche nell’ambito delle competenze di base (Italiano, Matematica, Inglese) ma anche per altre competenze e/o trasversalmente; in che modo i dati delle prove INVALSI sono stati utili per monitorare il potenziamento delle competenze di base e/o trasversali; quali strategie le scuole hanno messo in atto per promuovere negli studenti e nelle famiglie la conoscenza delle prove INVALSI e delle loro finalità, al fine di incentivare una partecipazione consapevole; quali progetti e/o esperienze sono state promosse dalle scuole per realizzare una valutazione mediante prove strutturate come le prove INVALSI e quali sono stati i risultati in termini di costi/benefici.

Parole chiave: dati INVALSI, pratiche didattiche, efficacia didattica
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Tema 2 – Didattica

I dati INVALSI come base per l’avvio dei processi di autovalutazione e di miglioramento delle scuole

La Direttiva ministeriale n. 11/2014 indicante le priorità strategiche del sistema nazionale di valutazione, pone in evidenza l’utilizzo dei risultati delle rilevazioni degli apprendimenti restituiti da INVALSI alle singole scuole, come base, assieme ad altri elementi conoscitivi in loro possesso, per l’avvio dei processi di autovalutazione e di miglioramento per tutte le istituzioni scolastiche. Nel procedimento di valutazione previsto dal DPR 80/2013, l’autovalutazione delle scuole prevede l’analisi e verifica del proprio servizio sulla base dei dati resi disponibili dal sistema informativo del Ministero, delle rilevazioni sugli apprendimenti e delle elaborazioni sul valore aggiunto restituite dall’Invalsi, oltre a ulteriori elementi significativi integrati dalla stessa scuola. Il fine è l’elaborazione di un Rapporto di autovalutazione (RAV) in formato elettronico, secondo un quadro di riferimento predisposto dall’Invalsi, e la formulazione di un piano di miglioramento, che andrà inserito nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, come da L. 107/2015.

Il procedimento di valutazione a sistema, oltre alle scuole del I e del II ciclo di istruzione, interessa anche i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti e dal prossimo triennio, anche le scuole dell’infanzia, entrambi i segmenti non hanno dati relativi alle prove INVALSI, per contro, i centri di formazione professionale accreditati che erogano i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale e che possono disporre dei dati delle prove INVALSI svolte dagli studenti del secondo anno di formazione professionale, hanno realizzato il processo di autovalutazione mediante il RAV in via sperimentale. Tutti i segmenti in comune hanno la finalità di individuare a valle di un processo di analisi e riflessione, le coppie priorità-traguardi e i relativi obiettivi di processo che caratterizzeranno la base per la formulazione di azioni di miglioramento nella progettazione identitaria di scuola. In tal senso, la scuola come learning organization può avvalorarsi del valore euristico dei dati INVALSI nella governance scolastica dei processi decisionali.

Attraverso i dati messi a disposizione dall’INVALSI, le scuole possono riflettere sulle proprie modalità organizzative, gestionali e didattiche e decidere quali azioni di miglioramento promuovere. In tal senso, il processo valutativo può dar vita a molteplici forme di apprendimento organizzativo. In questo quadro, si inseriscono la data literacy, la digital literacy, l’utilizzo strategico dei dati INVALSI per la progettazione educativo-didattica e gestionale-organizzativa. La call invita a presentare contributi sulle modalità di utilizzo dei dati INVALSI per l’autovalutazione e il miglioramento scolastico, sui metodi di lettura e interpretazione dei dati INVALSI adottati dalle scuole per migliorare la propria capacità progettazione in ambito didattico e gestionale; sulle strategie messe in atto, anche in rete o mediante ricerca-intervento, finalizzate all’autodiagnosi e alla scelta delle priorità di esito e sulle modalità di rendicontazione sociale delle stesse, sulle strategie di comunicazione interna ed esterna degli esiti della valutazione e dell’autovalutazione.

Parole chiave: prove INVALSI, valutazione delle scuole, data literacy
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Tema 3 – Didattica

Competenze chiave europee e apprendere ad apprendere: quale sviluppo a partire dalla scuola dell’infanzia?

La società complessa e in continuo mutamento richiede di saper orchestrare e applicare competenze trasversali che, a partire dalla capacità di apprendere ad apprendere, sono centrali per il successo formativo e di vita degli studenti, cittadini di oggi e di domani. La scuola è chiamata a promuovere tutte le competenze chiave europee nel proprio curricolo e a valutarle in ogni ordine e grado. La valutazione delle competenze digitali, in una società digitalmente evoluta e governata da un costante sviluppo di tecnologie, è fondamentale per l’acquisizione di queste competenze e per un uso consapevole, critico e responsabile delle tecnologie digitali per l’apprendimento, il lavoro e la partecipazione nella società, nonché per l’inclusione. INVALSI ha avviato uno studio per valutare le competenze digitali al termine dell’obbligo scolastico.

La valutazione dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), anche attraverso i dati presenti nel RAV, può consentire di analizzare le ricadute sui percorsi formativi e lavorativi degli studenti. Le competenze chiave si possono costruire a partire dalla scuola dell’infanzia e anzi è proprio nei primi anni di vita che si può intervenire per ridurre le disuguaglianze derivate da differenti condizioni socioeconomiche e culturali di partenza dei bambini. Un esempio è dato anche dalle recenti Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, che si può attivare a partire dalle sperimentazioni attive dei bambini in ciascun campo di esperienza. Il curricolo della scuola dell’infanzia ben si presta a sostenere le competenze trasversalmente ai campi di esperienza, i quali “possono concorrere, unitamente e distintamente, al graduale sviluppo della consapevolezza della identità personale, della percezione di quelle altrui, delle affinità e differenze che contraddistinguono tutte le persone, della scoperta dell’altro da sé e della progressiva maturazione del rispetto di sé e degli altri, della salute, del benessere, della prima conoscenza dei fenomeni culturali, così come della consapevolezza che la propria esistenza si realizza all’interno di una società ampia e plurale, basata su regole, sul dialogo e sul confronto, che si manifesta in comportamenti rispettosi degli altri, dell’ambiente e della natura” (Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, 2024: 8).

L’intreccio delle competenze chiave europee nella scuola dell’infanzia è quasi immediato, come si può notare da questa citazione, ma per attuarlo è necessaria una profonda conoscenza del curricolo nazionale e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze dei bambini. Dal 2025, prende avvio la nuova triennalità del Sistema Nazionale di Valutazione 2025-2028 (DPR 80/2013). Attraverso il RAV integrato e il RAV Infanzia, si approfondiscono anche gli esiti in termini di benessere dei bambini, alunni e studenti. Per i bambini di scuola dell’infanzia, si osservano sviluppo globale e competenze chiave europee per la prima volta a livello nazionale. I docenti hanno dunque l’occasione per riflettere sull’allestimento dell’ambiente di apprendimento, osservando lo sviluppo delle competenze di bambini, alunni e studenti, sostenendo le loro competenze chiave in divenire. Il dialogo tra segmenti di istruzione consente poi di elaborare un curricolo verticale anche per le competenze chiave europee, in modo tale che ciascun segmento costruisca sulle basi gettate dal precedente, in un incessante dialogo che garantisce la continuità delle esperienze di bambini, alunni e studenti, i quali raggiungono configurazioni di crescente complessità nella padronanza delle competenze chiave.

Parole chiave: competenze chiave europee, apprendere ad apprendere, valutazione competenze digitali
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Tema 4 – Didattica

I dati INVALSI di fronte alle sfide per il sistema scolastico, nell’epoca della transizione tecnologica e demografica, per contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa

Con l’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030, le Nazioni Unite propongono come obiettivo assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento per tutti. A tal fine, diventa rilevante lo sviluppo e il potenziamento delle competenze, nonché il contrasto della dispersione scolastica e della povertà educativa. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (2022) definisce, in prima approssimazione, la dispersione scolastica la mancata, incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell’istruzione e formazione da parte dei giovani in età scolare. Essa può essere esplicita e consistere nell’abbandono, nell’uscita precoce dal sistema scolastico e formativo, nell’assenteismo. In tal senso la dispersione scolastica in Italia ha una tendenza media decrescente, che raggiunge il 9,8% nel 2024, avvicinandosi al target dell’Agenda 2030, fissato al 9%, permanendo tuttavia differenze anche significative, rispetto ad es. al territorio, alle condizioni socioeconomiche di partenza, al genere, ai percorsi e agli indirizzi di istruzione scelti dagli studenti.

La dispersione può essere anche implicita o nascosta, ed è quella fornita come indicatore dalle prove INVALSI, che intercetta quegli studenti che, pur completando il percorso di studi, mostrano rendimenti al di sotto del livello base nelle competenze di Italiano, Matematica e Inglese, equiparabili ad un livello di base del segmento di istruzione precedente. Grazie alle rilevazioni nazionali INVALSI di tipo censuario, è possibile mettere in luce, in modo granulare, le condizioni a rischio di dispersione e di fragilità anche in modo predittivo, al fine di avviare processi di recupero e di potenziamento delle competenze. Nel periodo post-pandemico, il Decreto ministeriale 170/2022, Agenda Sud (DM 176/2023) e Agenda Nord (DM 102/2024) hanno promosso una serie di misure volte a potenziare le competenze e a contrastare la dispersione scolastica, interessando numerose istituzioni scolastiche italiane di ogni ordine e grado. Inoltre, con il DM 328/2022 e il DM 233/2024, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, oltre a definire le linee guida per l’orientamento, ha destinato risorse per percorsi di orientamento nelle scuole secondarie di primo grado, al fine di garantire un’efficace valorizzazione delle potenzialità e dei talenti degli studenti e una riduzione della dispersione e dell’abbandono scolastico. In questo quadro, le prove INVALSI sono uno strumento utile per le scuole al fine di monitorare il contrasto alla dispersione scolastica. La call invita a presentare contributi che approfondiscano l’utilizzo dei dati INVALSI nella definizione di priorità di miglioramento a seguito del processo autovalutativo e nello sviluppo di progetti, anche in rete o di ricerca-intervento, di contrasto alla dispersione scolastica, implicita ed esplicita, alla povertà educativa, e alle disuguaglianze.

Parole chiave: dati INVALSI, dispersione scolastica, povertà educativa
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Linee guida per la presentazione degli abstract

Gli interessati dovranno presentare:

  • una proposta contenente la tematica del contributo (in italiano e in inglese);
  • 4 parole chiave (in italiano e in inglese);
  • abstract tra le 250 e le 500 parole (in italiano e in inglese) bibliografia esclusa, così strutturato:
    • a) inquadramento teorico;
    • b) obiettivi/domande della ricerca;
    • c) modalità di utilizzo dei dati INVALSI;
    • d) risultati;
    • e) rilevanza per il Seminario;
    • f) bibliografia (max 10 riferimenti bibliografici).
  • breve biografia di ogni autore (55/60 parole, in italiano e in inglese).

Per ciascun contributo è consentito un numero massimo di 4 autori.

Uno stesso autore può figurare come autore o co-autore per un massimo di due contributi, ma può essere primo autore solo per un contributo.

Tra i contributi inviati, saranno selezionate con procedimento in doppio cieco 40 proposte inerenti a queste tematiche per la didattica e strettamente attinenti all’argomento del seminario.

La sottomissione dell’abstract sarà affidata a un solo autore del contributo, tramite la procedura online disponibile su questo sito nella sezione “AREA RISERVATA” dopo aver effettuato il login. Non verranno accettati abstract trasmessi via e-mail o in altra modalità.

Gli abstract potranno essere inviati fino al 22/06/2025. Solo a seguito della comunicazione degli abstract accettati, i co-autori potranno iscriversi al Seminario.

AREA RISERVATA


Accedi all’area riservata per iscriverti all’evento e inviare il tuo abstract.

Nel caso in cui tu avessi partecipato ad altre edizioni, procedi ugualmente alla registrazione: ti saranno fornite nuove credenziali di accesso all’area riservata.

CALENDARIO SCADENZE


12 giugno 2025

Apertura piattaforma per la presentazione degli abstract.

22 giugno 2025

Deadline per la presentazione degli abstract.

7 luglio 2025

Comunicazione degli abstract accettati.

14 luglio – 20 luglio 2025

Registrazione relatori.

29 settembre – 26 ottobre 2025

Registrazione partecipanti.

20 ottobre – 2 novembre 2025

Caricamento delle slide per la presentazione.

COMITATO ORGANIZZATIVO – RICERCA


RESPONSABILE DELL’EVENTO

DIRIGENTE TECNOLOGA – INVALSI

Patrizia Falzetti

COLLABORATRICE TECNICA DEGLI ENTI DI RICERCA – INVALSI

Monica Papini

RICERCATORE – INVALSI

Paolo Barabanti

COLLABORATORE TECNICO DEGLI ENTI DI RICERCA – INVALSI

Daniele Rowlett

COLLABORATRICE TECNICA DEGLI ENTI DI RICERCA – INVALSI

Francesca Leggi

COMITATO ORGANIZZATIVO – DIDATTICA


RESPONSABILE DELL’EVENTO

DIRIGENTE TECNOLOGA – INVALSI

Patrizia Falzetti

COLLABORATRICE TECNICA DEGLI ENTI DI RICERCA – INVALSI

Monica Papini

PRIMA RICERCATRICE – INVALSI

Michela Freddano

COLLABORATORE TECNICO DEGLI ENTI DI RICERCA – INVALSI

Daniele Rowlett

COLLABORATRICE TECNICA DEGLI ENTI DI RICERCA – INVALSI

Francesca Leggi

COLLABORATRICE TECNICA DEGLI ENTI DI RICERCA – INVALSI

Daniela Torti

Dettagli

Inizio:
19 novembre 2025

Fine:
21 novembre 2025

Luogo:

Università degli Studi Roma Tre – Ingegneria del mare
Via Bernardino da Monticastro 1, Roma, Italia 00122

Via Bernardino da Monticastro, 1
Roma, 00122 Italia